Inoltre, mentre traverserai quella pigra corrente, un vecchio morto dal pelo dell'acqua solleverà verso di te le putride mani e ti supplicherà di accoglierlo nella barca, ma tu non lasciarti piegare da una pietà che non ti è consentita.
Attraversato il fiume, poco più oltre, delle vecchie intente a tessere una tela ti pregheranno di dar loro una mano: ma tu non farlo, non toccare quella tela, perché è un'insidia di Venere, come tutto il resto, per farti cadere dalla mano una delle due ciambelle. Non credere che perdere una focaccia sia cosa da poco conto: basterebbe questo, infatti, per non rivedere mai più la luce.

Perché c'è un cane gigantesco, con tre teste enormi, mostro terribile, smisurato, che con le sue fauci spalancate latra contro i morti ai quali però, ormai, non può fare alcun male; egli cerca inutilmente di spaventarli e intanto eternamente veglia davanti alla porta e agli oscuri antri di Proserpina, custode della vuota dimora di Dite. Tu tienilo a bada gettandogli una delle due ciambelle; così potrai facilmente passare e giungere fino a Proserpina...

...che ti accoglierà con cortesia e con benevolenza e ti inviterà a sedere a tuo agio e a consumare un lauto pasto.
Tu però siederai per terra e chiederai soltanto un tozzo di pane e mangerai di quello, poi le dirai il motivo della tua venuta e preso quanto ti verrà dato, tornerai indietro, placherai la ferocia del cane con l'altra ciambella, darai all'avaro nocchiero la monetina che avrai conservato e, oltrepassato nuovamente il fiume, ricalcherai le tue orme per rivedere questo nostro cielo con il suo coro di stelle.

 

Ma soprattutto ti raccomando una cosa: non aprire la scatola che porterai con te, non guardare dentro, non essere curiosa, non curarti di quel tesoro di divina bellezza che essa nasconde."

 

Così quella torre provvidenziale assolse il suo profetico incarico e Psiche non indugiò, raggiunse il promontorio del Tenaro, prese con sé le monete e le ciambelle secondo le istruzioni ricevute, discese lungo la strada infernale, oltrepassò senza dir parola l'asinaio zoppo, diede al nocchiero la moneta per il traghetto, fu sorda al desiderio del morto che galleggiava, non si curò delle insidiose preghiere delle tessitrici, placò con la ciambella la rabbia spaventosa del cane e, infine, giunse alla dimora di Proserpina.

Qui rifiutò il morbido sedile e il cibo squisito che l'ospite le offerse, ma sedette umilmente ai suoi piedi e si contentò di un pane scuro; poi riferì l'ambasciata di Venere.

E senza indugio prese la scatola, in gran segreto riempita e sigillata, fece tacere le bocche latranti del cane con l'inganno della seconda ciambella, consegnò al nocchiero la moneta che le era rimasta e risalì dall'inferno con passo assai più leggero.

continua...

 

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