COSTANTINO SIMONIDIS: IL RE DEI FALSARI

 

 

Simonidis era l'incubo degli accademici. Esperto disegnatore per aver seguito i corsi del francese Vidal, un allievo di David, aveva tratto in inganno più di un professore con i suoi falsi.
Un demonio di genialità dunque, che fu artefice anche di falsi storici incredibilmente audaci (falsificò perfino Tucidide): il più clamoroso è probabilmente il più antico esemplare del “Vangelo di Matteo” (che si pretendeva scritto 15 anni dopo l'ascensione di Gesù!).
Ma
la sua specializzazione, come si è detto, erano le Geografie: ne aveva confezionate su Cefalonia, su Simi, e aveva creato anche un falso Periplo di Annone, che altro non era che il periplo del Marocco, idealmente il capitolo precedente del Papiro di Artemidoro: quest'ultimo infatti è presentato come il Periplo della Spagna.
Il "Papiro di Artemidoro" è un reperto unico nel suo genere, perché, a differenza di quanto avveniva nell'antichità, la carta geografica era accompagnata dal testo. Egli desunse il testo da Stefano di Bisanzio (un geografo bizantino del VI secolo da lui più volte ritoccato) e da Marciano di Eraclea (geografo post-tolemaico del IV-V secolo), aggiungendovi dei disegni che Canfora ed altri critici ritengono di tratto moderno e dunque non riconducibili all’età classica.
Ma la sua beffa più famosa è legata ad un episodio oltremodo dubbio: per una volta, infatti, si ritiene che Simonidis sia innocente della falsificazione da lui stesso attribuitasi.
È lui infatti che gabba lo zar di Russia quando un suo archeologo di Stato dà al mondo la notizia del ritrovamento sul Monte Sinai del più antico manoscritto biblico, il Codex Sinaiticus: «L’ho fabbricato io» dichiara alla stampa nel 1862 «copiandolo quando lavoravo al Monte Athos; mio zio lo ha poi donato al convento di Santa Caterina dove Tischendorf lo ha trovato».

 

Una pagina del discusso "Codex Sinaiticus"

Paradossalmente Tischendorf, che fa di tutto per affermarne l’autenticità, e discolpare dunque Simonidis, è lo stesso che sei anni prima ha invece fatto arrestare in Germania Simonidis accusandolo di avere falsificato il palinsesto di Uranio sulla "Storia egizia". La vexata quaestio dell'autenticità del "Codex Sinaiticus" è leggibile qui.
Del resto, fra i falsi sicuramente attribuibili a Simonidis, figura anche una copia del Pastore di Erma, il cui testo greco non era noto fino alla metà dell'Ottocento, e che costituisce la parte finale del "Codex Sinaiticus": l'intera vicenda è quindi molto dubbia, seppure la stragrande maggioranza degli studiosi (incluso Canfora) sia convinta che Simonidis mentisse.